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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

"Non avranno mai le nostre navi!"

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"Non avranno mai le nostre navi!" : l'ordine, sdegnato e foriero di un profondo senso dell'onore militaresco, che l'ammiraglio Jean de Laborde  riceve e fa rispettare il 27 novembre 1942 è perentorio oltre che immediatamente comunicato a tutta la base navale di Tolone. Non un vascello francese deve cadere in mano nemica, meglio rinunciare a ciò che resta della quarta Marina militare al mondo piuttosto che consegnare la flotta agli invasori tedeschi. E' un giorno triste per la Francia, già lacerata dalla divisione tra gollisti e revanscisti di Vichy . E' il giorno in cui l'ultimo emblema della potenza militare transalpina muore in maniera tragica, tra lacrime e fuliggine. E' il giorno dell'autoaffondamento. L' Operazione Anton varata dalla Wehrmacht per l'occupazione della Francia meridionale era in corso ormai da settimane. Dopo lo sbarco alleato in Nordafrica e la blanda resistenza francese, favorita tanto dai gollisti d'Algeri q

La rivoluzione della portaerei

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Tre corazzate semiaffondate , un incrociatore pesante danneggiato, due idrovolanti distrutti, quasi 60 morti e oltre 600 feriti. Non è il bilancio di una qualsiasi battaglia navale in mare aperto ma di un colpo a sorpresa, un attacco notturno che farà storia e scuola oltre ad arrecare un danno notevole alla Regia Marina tanto in termini di materiale quanto in questioni di prestigio. Un risultato clamoroso, ottenuto con risorse abbastanza limitate e contenendo le perdite a due biplani, un paio di morti ed altrettanti prigionieri. Pearl Harbor è ancora lontana ma i suoi semi storici vengono piantati nella notte tra l'11 ed il 12 novembre 1940, a Taranto . Ciò che accade quella notte tra Mar Grande e Mar Piccolo in quella che era una delle basi principali della Regia Marina susciterà scalpore proprio per l'esito in rapporto alle forze in campo. Ma dimostra soprattutto lo spostamento del baricentro della guerra sul mare, con l'importanza capitale che passa dalle navi pesanteme

Il ratto delle spie

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Un caffè a due passi da un confine nazionale, sbarra bicolore e garitte in legno a sancire la demarcazione tra Stati. Un incontro clandestino per ordire un golpe o addirittura un tentativo di assassinio. Un'automobile che all'improvviso spezza la sbarra confinaria avviando una furibonda ma rapidissima sparatoria che si conclude con il rapimento di due uomini in borghese, l'uccisione di un terzo soggetto ed il precipitoso rientro dei sequestratori. Sembra il resoconto di una scena di un film d'azione hollywoodiano o un passaggio di una sceneggiatura da tramutare in pellicola d'avventura o in un romanzo. Invece è realtà storica. Siamo a Venlo, un villaggio olandese sul confine con la Germania, il 9 novembre 1939 : in quello che dovrebbe essere un tranquillo pomeriggio autunnale di assiste ad un episodio che passerà ai posteri come "il ratto delle spie" . Il Caffè Backus è un anonimo locale pubblico dall'architettura tipica dei Paesi Bassi. Davanti all