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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Prove generali di Guerra Fredda

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"Ho capito perfettamente ma la situazione non è problematica soltanto in città. Vi ricordo che c'è una controffensiva in direzione della Vistola, che ci sono delle divisioni impegnate e che al momento quella è la mia priorità. La rivolta ? Possono occuparsene quelli che l'hanno provocata con la loro corruzione e le brutalità. Noi soldati abbiamo altri compiti" . E' lapidaria la risposta che il feldmaresciallo Walter Model affida agli emissari dell'SS-Obergruppenführer Erich von dem Bach-Zelewski che gli chiedono aliquote di truppe per reprimere l'improvvisa insurrezione che il 1° agosto 1944 incendia il centro di Varsavia. "Fosse per me, sarei per le maniere spicce e trasformerei Varsavia in un rogo - aggiunge Model - Ma in questo momento ho altro da fare" . La rivolta di Varsavia coglie in effetti impreparati gli occupanti tedeschi, fino a quel momento concentrati sul contenimento delle puntate offensive dell' Armata Rossa che, dopo av

Bomba a bordo

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"Per quanto riguarda il governo imperiale, esso non dà alcun peso o valore al documento che ci è stato fatto pervenire. Non vi è altro da fare che ignorarlo completamente ed al contempo battersi con risolutezza per una vittoriosa conclusione del conflitto" . E' difficile comprendere dal tono di voce utilizzato dall'ammiraglio Kantaro Suzuki , Primo Ministro del Giappone, se egli creda realmente in ciò che ha appena annunciato alla stampa convocata nel pomeriggio del 26 luglio 1945 per annunciare la risposta del Sol Levante alla Dichiarazione di Potsdam, il documento redatto dagli Alleati che chiede una resa incondizionata delle forze nipponiche, la ridefinizione della società interna giapponese con abolizione dei privilegi ed apertura alle libertà individuali ed infine il ridimensionamento dell'Impero all'arcipelago ed a poche isole ulteriori. Ciò che l'ammiraglio ignora è mentre sta parlando alla stampa a Tokyo, a parecchie miglia di distanza, sull'i

Il Pronunciamiento

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Un clima di violenza, agguati, uccisioni nella notte. Ed un proclama finale che non lascia spazio alle interpretazioni ma decreta esclusivamente il conflitto aperto. La mattina del 17 luglio 1936 un aereo atterra a Melilla, a bordo c'è un alto ufficiale dell'esercito spagnolo in arrivo dalle Canarie. Il suo compito è arringare la truppa che si è appena sollevata e studiare le prime mosse per rovesciare il legittimo governo in carica. E' l'inizio di un periodo buio per la Spagna , è il giorno in cui il golpe dei generali sancisce l'avvio della guerra civile. Da cinque anni lo Stato iberico è retto dalla Seconda Repubblica . La società spagnola, allo stremo dopo le continue iniziative impopolari del re Alfonso XIII e di fronte ad un sistema che premia il latifondismo a danno delle masse, esprime il proprio dissenso alle urne nel 1930 quando socialisti e repubblicani prendono le grandi città lasciando ai monarchici solo le campagne ancorate al tradizionalismo cattoli

L'alba di una nuova era

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In lingua inglese il termine "gadget" indica un attrezzo, un arnese, un qualcosa che può risultare utile al compimento di un lavoro o di un mestiere. Uno strumento dunque, né più né meno. Pochi forse ricordano che con questo nome, "The Gadget" ("L'Arnese"), alcuni scienziati hanno inaugurato un'era al contempo di progresso e di paura, di equilibrio e di terrore. L'era atomica, un periodo in cui l'essere umano ha facoltà di distruggere la sua intera razza e di devastare il pianeta su cui vive premendo semplicemente un interruttore. 16 luglio 1945 , nel deserto del Nuovo Messico all'interno di un poligono militare una colonna di camion si reca verso una isolata torre in metallo. Gli uomini scesi dai veicoli issano un oggetto di strana forma in cima alla torre, collegano alcuni cavi, verificano gli ultimi dettagli e poi ripartono per una meta situata a oltre 16 chilometri di distanza, un bunker di osservazione. All'interno del manufat

Il golpe di Baghdad

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Da oltre due secoli la data del 14 luglio ricorda la presa della Bastiglia e l'inizio della Rivoluzione Francese, il primo grande movimento popolare teso a sovvertire un equilibrio di potere oligarchico e basato sull'ascendenza dinastica e non sulla parità di classe. Se le celebrazioni per un evento di portata storica ricorrono puntualmente al fine di conservare la memoria di un momento fondante per la civiltà occidentale, è singolare che a volte tale esempio sia seguito in via letterale, persino nella scelta della data, per ulteriori cambi di governo. 169 anni dopo la Bastiglia, a migliaia di chilometri di distanza, altri cannoni ed altre scariche di fucileria risuonano. A Baghdad il 14 luglio 1958 va in scena un cruento colpo di Stato organizzato da alcuni militari riuniti nel "Movimento degli Ufficiali Liberi" ed appoggiato da diversi partiti d'opposizione. Bersaglio dei rivoltosi è il palazzo reale, residenza del giovane re Faysal II e della sua famiglia.

"Mi scusi, signor Ambrosoli..."

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Una sera estiva con gli amici. La famiglia, moglie e figli, sono partiti per le ferie, ma il lavoro ti obbliga a stare ancora un po' in città. Quindi, che fai? Organizzi una cena con un paio di conoscenti, poi guardi un match di boxe in televisione (Righetti vs. Zanon, in palio il titolo europeo dei pesi massimi) ed alla fine rincasi: d'altronde il giorno dopo ti attendono per un atto formale importante, l'ultimo impegno prima di poter raggiungere i tuoi cari in vacanza. Il tempo di parcheggiare l'auto vicino casa, controlli la chiusura della portiera. Ed è in quel momento che una voce strana, con un forte accento inglese, ti chiama nell'oscurità. Una voce particolare, mai udita prima. Una voce cupa eppure garbata, chiede persino scusa, prima di essere seguita da alcuni spari nel buio. E' l' 11 luglio 1979 e muore così, in una strada di Milano, l'avvocato Giorgio Ambrosoli . Al di fuori dell'ambiente meneghino e finanziario, il cognome Ambrosoli dic

Un magistrato ed il suo boia

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Una colazione assieme al figlio, studente all'Università. Due parole, un sorriso affettuoso, la preoccupazione per gli studi, gli impegni di lavoro che incombono, le ferie da godere di lì a pochi giorni. Una mattina come tante, quasi ordinaria, a Roma, quartiere Trieste, zona residenziale del II Municipio della Capitale. Terminata la colazione e raccolta la borsa, il padrone di casa scende in garage, sale a bordo della sua Fiat 125 ed imbocca la strada per l'ufficio. Ma non ci arriverà mai. Perché pochi attimi dopo, mentre si trova nei pressi dell'incrocio tra via Giuba e via Mogadiscio, un uomo spara contro la sua vettura con una mitraglietta uccidendolo sul colpo, quasi sotto gli occhi del figlio che, uditi gli spari, fa appena in tempo ad affacciarsi alla finestra per vedere l'esito dell'agguato. Muore così, il 10 luglio 1976 , il magistrato Vittorio Occorsio . Quarantasette anni compiuti il precedente 9 aprile, Occorsio è un servitore dello Stato. Uomo integerri

La leggenda di un uomo solo

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Ogni fortezza ha un punto debole: lo dice la Storia. Troia era vulnerabile dall'interno, Costantinopoli era prendibile attraverso un blocco navale, Tobruk presentava una falla nel sistema dei fortini mascherata da campo minato, Singapore fu conquistata da un attacco via terra che rese inutile la disposizione dell'artiglieria difensiva. Aqaba non si discosta molto dall'ultimo esempio: nel 1917 la città araba è un prezioso porto che controlla il traffico commerciale nello stretto omonimo, una via d'acqua eccezionale per garantire rifornimenti o per colpire al fianco possibili incursioni nemiche dal Sinai. Aqaba è una fortezza giudicata imprendibile. Ma come tutte le piazzeforti, anche lei ha un destino scritto. Il 6 luglio 1917 la tromba della guarnigione ottomana annuncia l'adunata mattutina per i primi rapporti e per la colazione. Ma dopo pochi minuti un secondo segnale, le campane dell'allarme, risuona nella fortezza. Gli attendenti ai pezzi si precipitano al