La leggenda di un uomo solo

Ogni fortezza ha un punto debole: lo dice la Storia. Troia era vulnerabile dall'interno, Costantinopoli era prendibile attraverso un blocco navale, Tobruk presentava una falla nel sistema dei fortini mascherata da campo minato, Singapore fu conquistata da un attacco via terra che rese inutile la disposizione dell'artiglieria difensiva. Aqaba non si discosta molto dall'ultimo esempio: nel 1917 la città araba è un prezioso porto che controlla il traffico commerciale nello stretto omonimo, una via d'acqua eccezionale per garantire rifornimenti o per colpire al fianco possibili incursioni nemiche dal Sinai. Aqaba è una fortezza giudicata imprendibile. Ma come tutte le piazzeforti, anche lei ha un destino scritto.

Il 6 luglio 1917 la tromba della guarnigione ottomana annuncia l'adunata mattutina per i primi rapporti e per la colazione. Ma dopo pochi minuti un secondo segnale, le campane dell'allarme, risuona nella fortezza. Gli attendenti ai pezzi si precipitano alle piazzole costiere per armare i Revolverkanonen generosamente donati dalla Germania imperiale. Eppure non ci sono navi all'orizzonte, la Royal Navy dopo due infruttuosi tentativi ha riposto in un cassetto il progetto di prendere Aqaba dal mare. Ma allora da dove arriva il pericolo, perché le campane suonano? Ad attivare l'allarme sono le sentinelle del perimetro orientale, dove termina la città ed inizia la piana desertica. In arrivo c'è una massa di polvere che non è un ghibli ma una carica di cavalleria e cammelleria, irregolari arabi lanciati all'assalto. A guidare le tribù è un personaggio che passerà alla leggenda.

All'inizio dell'estate 1917 Thomas Edward Lawrence non ha ancora 29 anni. Da tre anni è stato distaccato col grado di tenente inizialmente all'ufficio cartografico del Cairo e poi all'intelligence. E' un tipo sveglio anche se un po' strano, Lawrence: figlio illegittimo di un baronetto, si è interessato sin da ragazzo all'archeologia mesopotamica ed alle tradizioni crociate e dei califfati. La sua tesi di laurea sui castelli dei templari riscuote successo non solo in ambito accademico: il ragazzo è intelligente e dotato, parla un buon arabo e lo sa anche leggere, conosce il Corano e gli usi delle tribù del deserto. Non è un caso che il generale MacMahon decida di inviarlo come secondo ufficiale di collegamento nel cuore dell'Arabia dove l'emiro al-Ḥusayn ibn ʿAlī si è ritirato dopo essere stato scacciato dai luoghi santi di Medina e di La Mecca.

al-Ḥusayn è un hashemita, è un diretto discendente dal Profeta Maometto, è riverito dal suo popolo ma è un uomo già anziano. Ha due figli giovani ed energici, Abdallah e Faysal, cui affida il comando militare. Lawrence deve fungere da consigliere militare di Faysal che come il padre ed il fratello soffre per la perdita dei domini e vuole riprendere il controllo delle città meta del pellegrinaggio musulmano. Attacchi frontali contro La Mecca e Medina però sono sconsigliabili, i turchi hanno disposto ottimamente le proprie forze ed i pochi tentativi effettuati si sono già risolti in completi fallimenti. L'armata araba, circa 30mila irregolari a cavallo o a dorso di dromedario armati con vecchi moschetti e senza artiglieria, necessita inoltre di uno sbocco sul mare per far affluire rinforzi, rifornimenti ed equipaggiamenti da parte della Gran Bretagna che ha deciso di cavalcare l'onda della rivolta per mettere in crisi lo scacchiere mediorientale degli Imperi Centrali.

Aqaba sarebbe la situazione ideale. Come detto però, i tedeschi hanno gentilmente donato una dozzina di cannoni navali da 305mm in posizioni scudate che rendono la città ed il suo porto una fortezza inespugnabile dal mare. Sul fronte opposto si apre il deserto ed i turchi non credono che le tribù della zona, solitamente foraggiate con denaro ed animali, si rivolteranno. Lawrence tuttavia crede che solo un'unione di intenti tra le varie anime arabe porterà alla vittoria. L'ufficiale, promosso a capitano, ottiene da Faysal un contingente di fucilieri con cui attraversa il terribile deserto del Nefud per poi giungere alle spalle di Aqaba, nel territorio dei Banū Tayy. Il capo tribù, il sagace e sanguinario ʿAwda Abū Tayy, è tentato inizialmente dalla prospettiva di consegnare agli ottomani quell'inglese agghindato in abiti tribali e la sua scorta ma viene convinto con una lauta ricompensa a cambiare fronte ed a schierarsi al fianco della causa hashemita.

La mattina del 6 luglio 1917 la cavalleria araba passa all'attacco e travolge con una carica le scarne difese turche nell'entroterra di Aqaba, dilagando in città. I cannoni navali non possono ruotare di 180 gradi e dunque sono inutilizzabili e nel giro di tre ore l'intera piazzaforte cade nelle mani di Lawrence e dei suoi uomini. L'inglese, ormai "el Aurans" o "Aurans Iblis" ("Aurans il Diavolo") per gli arabi, sta diventando una leggenda oltre che un pericolo per i turchi che mettono una taglia sulla sua testa. Ottenuti i rinforzi ed i rifornimenti via nave ma ancora privo di artiglieria, Lawrence porta i suoi uomini a compiere azioni di commando nel deserto danneggiando la ferrovia che porta rifornimenti da Damasco a Gerusalemme ed a Medina. Quando nell'estate del 1918 il nuovo comandante alleato Edmund Allenby scatena l'offensiva decisiva, Lawrence copre il fianco destro dell'avanzata colpendo le colonne di rifornimento e attaccando i reparti in ritirata.

La causa di Lawrence ormai si identifica in quella araba. Nonostante gli ordini dei suoi superiori inglesi, vuole condurre l'armata araba a Damasco, antica capitale dei califfi della dinastia Omayyade, per dare un sapore politico alla vittoria. Lawrence sa infatti che i suoi compatrioti ed i francesi intendono spartirsi le spoglie del cadente Impero Ottomano ed intende garantire una effettiva autonomia araba sotto la guida hashemita. Una leadership che però fatica ad affermarsi, tanto che le Potenze vincitrici hanno buon gioco a soffiare sul fuoco delle rivalità e dell'inefficienza. al-Husayn alla fine rientra nel possesso dei luoghi santi, i figli ottengono l'uno il trono della neonata Transgiordania e l'altro il dominio sulla piana percorsa da Tigri ed Eufrate, ambedue mandati britannici che ricalcano in falsariga il modello del condominio anglo-egiziano. Il sogno arabo svanisce nella sabbia mentre l'area cambia padrone, dai turchi agli inglesi ed ai francesi, loro alleati, che si insediano proprio a Damasco ed a Beirut.

Disgustato, Lawrence sparisce dalla scena pubblica e si congeda, rifiutando onorificenze ed incarichi di prestigio. Scrive le sue memorie sulla guerriglia nel deserto cui dona il titolo di "Seven Pillars of Wisdom", un sincretismo di epica eroica, simbologia, storiografia ed agiografia. Il richiamo delle armi è forte e tre volte si arruola sotto falso nome nella RAF, venendo sempre scoperto - in un caso è vittima di un terribile incidente aereo a Roma in cui si salva per miracolo. L'amore per il rischio lo porta a diventare un provetto motociclista con una predilezione particolare per le Brough Superior, le moto più veloci e potenti dell'epoca. La mattina del 13 maggio 1935 Thomas Edward Lawrence si mette in sella ed al manubrio della sua SS100 che spinge ad alta velocità su una strada di campagna; nei pressi di un dosso non vede il sopraggiungere di due ragazzini in bicicletta e nel tentativo di evitare la collisione perde il controllo a circa 130km/h schiantandosi a bordo carreggiata. Morirà dopo un coma di sei giorni in ospedale, gettando nel lutto un intero Paese. Il suo vecchio amico Faysal, era già spirato due anni prima a Berna per infarto, nonostante si mormorasse di un presunto complotto per assassinarlo utilizzando dell'arsenico. Abdallah morirà invece colpito a morte dalle pallottole di un fanatico sulla spianata delle moschee di Gerusalemme nel 1951, sotto gli occhi del nipote Hussein destinato a succedergli. Quanto ad al-Ḥusayn, il suo sogno di restaurare l'antico potere hashemita viene interrotto bruscamente dall'insorgere dal deserto di una nuova dottrina, il wahabismo, portata dalla tribù dei Saud che hanno evitato di sfiancarsi nella guerra agli Ottomani solo per mantenere le forze al fine di prendersi la penisola.

Commenti

Post popolari in questo blog

Nome in codice: Wunderwaffen

Il Frankenstein di Panama

"Non avranno mai le nostre navi!"