La firma dello Sciacallo

La tradizione della notte di San Silvestro prevede festeggiamenti, cene, auguri e gli immancabili fuochi d'artificio. Il ricorso ai cosiddetti "botti di Capodanno" fa parte di un retaggio ormai radicato per salutare in maniera trionfale il nuovo anno sperando al contempo che questo possa portare buone notizie. Non tutti i fuochi artificiali sono tali però e non tutti i 31 dicembre sono realmente permeati di festa. In Francia, la sera del 31 dicembre 1983 non si respira aria di festa ma di terrore.

Sono le 20:09, a Marsiglia ci si sta preparando per celebrare la fine dell'anno ed anche alla stazione di Saint-Charles viaggiatori ed operatori di viaggio non vedono l'ora di poter stappare lo champagne a mezzanotte, con i propri cari piuttosto che con i colleghi di turno. Improvvisamente però qualcosa muta l'atmosfera festosa in dolore, in incredulità, in rabbia impotente. Un'esplosione vicino ad un binario scuote il fabbricato, si alza un polverone, urla ovunque, richieste d'aiuto, lacrime e disperazione. Tutti hanno capito cos'è successo, nessuno si fa illusioni. Non ci saranno frettolose dichiarazioni pubbliche riguardanti possibili disgrazie o fatalità, nessuna caldaia difettosa: lo hanno capito sia i presenti che i soccorritori, è scoppiata una bomba.

Non è l'unico ordigno a deflagrare, quello della stazione marsigliese. Su un TGV, uno dei primi treni ad alta velocità, esplode un'altra bomba mentre il convoglio è nei pressi di Tain-l'Hermitage, piccolo municipio dell'Alvernia. Il computo del duplice attentato simultaneo è di 5 morti e 50 feriti di varia entità ma il bilancio poteva essere peggiore se un altro convoglio ferroviario, un treno locale molto affollato, non avesse accusato dieci minuti di ritardo sulla tabella di marcia: secondo gli investigatori della Gendarmerie e della Sûreté Nationale l'intento degli attentatori era di replicare la strage di Bologna di tre anni prima colpendo proprio la banchina di arrivo dei pendolari e solo un imprevisto ha permesso di evitare una carneficina di proporzioni mostruose. Chi è stato? Poliziotti e Servizi identificano in breve matrice e firma delle bombe. Non c'è dubbio, ad agire è stato Carlos col suo gruppo "Separat" e sulla Francia cala nuovamente l'ombra della paura dello Sciacallo.

Ilich Ramírez Sánchez ha 34 anni ma da quasi un decennio è diventato uno dei terroristi più ricercati al mondo. Venezuelano, secondo dei tre figli di un avvocato di fede leninista che battezza la sua prole con nome, patronimico e cognome del leader della Rivoluzione d'Ottobre, ha studiato a Caracas dimostrando una mente acuta e brillante. Nel 1966 segue suo padre a Cuba e lì apprende le prime tecniche di guerriglia; poco dopo i genitori divorziano e il futuro terrorista si sposta a Londra per proseguire gli studi. Suo padre lo vorrebbe alla Sorbona ma Ilich preferisce l'università "Lumumba" di Mosca da cui però viene espulso nel 1970 a 21 anni, pare per idee sovversive. Il personaggio di Carlos nasce poco dopo: spostatosi in Giordania poco prima del Settembre Nero, il giovane sudamericano completa il proprio addestramento militare nei campi dell'FPLP di George Habbash e partecipa alla sanguinosa controffensiva contro la Legione Araba. Nell'ottobre dello stesso anno ritorna a Londra per proseguire gli studi di economia ma in realtà è già diventato un emissario dell'FPLP pronto a seminare morte in Europa.

Mentre il Mossad vara l'Operazione "Baionetta" per colpire i fiancheggiatori delle organizzazioni terroristiche che avevano perpetrato il massacro di Monaco, a Carlos è affidata la replica di Habbash. Ovviamente non è una risposta diplomatica: se gli israeliani uccidono i contatti ed i reclutatori di OLP e FPLP, Carlos sparge il terrore piazzando una bomba a Londra, tre autobombe a Parigi e uccidendo due persone causando 30 feriti lanciando una granata in un ristorante della capitale francese. E' una vera scia di sangue quella lasciata dal fanatico venezuelano la cui identità però viene scoperta ad inizio dell'estate 1975: la Sûreté ferma infatti un cittadino libanese che viaggia con documenti contraffatti e lo interroga, scoprendo che si tratta del contatto nonché corriere logistico di un agente palestinese che agisce nel Continente. Dopo un interrogatorio, il libanese parla e fa il nome sia completo che di battaglia del suo referente; come risultato, una pattuglia si presenta alla porta di Sánchez che però fugge sparando all'impazzata e dandosi alla clandestinità. Nella sua abitazione i poliziotti francesi rinvengono la copia del primo romanzo di Frederick Forsyth, "Il Giorno dello Sciacallo". Da quel momento per la stampa Ilich Ramírez Sánchez diventa Carlos Lo Sciacallo.

La latitanza di Carlos è lunghissima e tocca tante latitudini differenti. Lo fermano in Jugoslavia, ma scappa probabilmente con la compiacenza dei Servizi locali e si rifugia da Saddam Hussein, in Iraq. Da qui si sposta ad Aden, nello Yemen, dove costituisce il suo esercito personale: lo chiama "Organizzazione Araba per la Lotta Armata" e vede la partecipazione di siriani, libanesi, francesi, tedeschi; questi ultimi lo mettono in contatto con Misha Wolff, l'Uomo Senza Volto, il potentissimo e temuto capo della STASI. Negli archivi dei Servizi della DDR viene disposto un apposito fascicolo ("Separat", cioè indipendente) che documenta le operazioni del gruppo di Carlos, finanziato, supportato e coperto dagli uomini di Wolff. Ora Carlos ha il pieno appoggio dei regimi del blocco orientale per scatenare la sua campagna di terrore.

Ma anche i suoi vecchi amici in Medio Oriente non l'hanno dimenticato e quando Carlos, compiuti un paio di attentati tra Francia e Germania Ovest, si smarca dal controllo della STASI, palestinesi ed iracheni stringono nuovi patti con lui. Il 1982 è un anno particolare per Carlos: l'anno prima gli israeliani, con l'appoggio della Francia, hanno bombardato Osirak I e II, i reattori nucleari in costruzione per Saddam ed il rais vuole una rappresaglia, ordinando allo Sciacallo di colpire una centrale atomica transalpina. L'azione però viene scoperta e fallisce e nella rete dei poliziotti francesi finisce Magdalena Kopp, la ragazza tedesca che Carlos ha sposato. Furioso, il terrorista considera quello commesso dalla Francia come un affronto personale e pianifica una vendetta da condurre con Kalashnikov ed esplosivi al plastico. Nell'agosto 1983 a Berlino la "Maison de France" è attaccata da un commando ma il colpo grosso è riservato alla SNCF. Il 31 dicembre 1983 le bombe insanguinano il San Silvestro della Francia meridionale riaprendo la caccia al terrorista.

La vendetta personale di Carlos però non è appoggiata dai suoi vecchi amici. Il blocco orientale prima ed i dittatori arabi poi non tollerano attacchi indiscriminati ad obiettivi civili che rischiano di mettere in discussione anni di preziosi colloqui commerciali con l'Europa. Carlos viene espulso dall'Ungheria, poi abbandonato da Iraq, Libia e Cuba. Solo la Siria di Assad è disposta a dargli temporaneo rifugio, a patto che il venezuelano accetti di non agire di testa propria, ma lo espelle dopo che Saddam manda un emissario per chiedere allo Sciacallo di tornare in azione.

La latitanza di Ramírez Sánchez si conclude a Karthoum. Il regime sudanese si pente velocemente di aver dato asilo ad un elemento così ingombrante che, oltre ad essere fonte di imbarazzo sul piano internazionale, crea diversi problemi anche all'interno. Per un governo autoritario che predica il rispetto assoluto dei dettami più duri dell'Islam, ospitare un terrorista che si ubriaca e che organizza festini privati con donne anche sposate è un problema. Così nel 1994 emissari sudanesi contattano l'Eliseo ed offrono la testa di Carlos in cambio di una revisione delle dure condizioni diplomatiche e commerciali. Arrestato dalla stessa polizia islamica, Ramírez Sánchez è impacchettato e spedito via aereo a Parigi dove lo aspettano diversi processi.

Condannato all'ergastolo per tre omicidi riconosciuti, Carlos finisce dietro le sbarre. Sposa la sua legale, Isabelle Coutant-Peyre, facendone la terza moglie (dopo la Klopp, si era risposato una prima volta in Siria) e convertendosi definitivamente all'Islam sunnita. Dalla sua cella continua comunque a trasmettere messaggi al mondo scrivendo libri controversi, contattando il presidente venezuelano Hugo Chávez, depistando gli investigatori attribuendosi fatti di sangue non comprovati o inesistenti e rilasciando dichiarazioni su temi scottanti. Difficile dire nel suo caso dove finisca la psicopatia del terrorista idealista e dove cominci la mitomania del narcisista: per tutti è e resterà Carlos, Lo Sciacallo. 

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