Il gigante d'ebano

Visioni mistiche, uniformi sgargianti, titoli pittoreschi, atteggiamenti istrionici, voltafaccia clamorosi, leggende assurde. Un mix degno di un cattivo da fumetto, di un antagonista di James Bond o di uno dei più crudeli dittatori mai visti. Il 25 gennaio 1971 è un giorno particolare per la giovane Repubblica dell'Uganda, una data che resterà negli annali come l'inizio del periodo più buio e grottesco per l'ex colonia britannica. E' il giorno in cui un corpulento militare dal buffo soprannome sfrutta la momentanea assenza dell'uomo forte locale per inscenare un colpo di Stato e prendere il potere. E' il giorno di Idi Amin Dada.

Nato da una famiglia di origine Kakwa (etnia del basso Nilo localizzata inizialmente nella parte più meridionale del Sudan) e Lugbara (i giganti delle giungle localizzati nell'attuale Congo), Idi assume il cognome Amin quando suo padre decide di convertirsi dal cattolicesimo all'islam sunnita. Istruito prima nella famiglia materna, facente parte del reame del Buganda, e poi in una scuola coranica, nel 1946 il ventunenne Idi Amin viene arruolato nei King's African Rifles, i fucilieri coloniali dell'esercito britannico. Proprio sotto le armi, periodo in cui è di stanza in Somalia e poi in Kenya nel periodo della guerriglia Mau-Mau, gli viene assegnato il soprannome Dada: viene più volte sorpreso nei suoi alloggi con delle giovani donne e lui si giustifica puntualmente asserendo che esse siano "dada", la parola swahili che significa sorella; in realtà si tratta di un espediente per evitare sanzioni e punizioni, dimostrando la scaltrezza di un personaggio tutto particolare. Idi Amin non passa comunque inosservato: è un omone di due metri, circa 120 chili di peso e nel periodo militare sfrutta le proprie doti fisiche non solo per ottenere promozioni - chiude la carriera con gli inglesi col grado di sottotenente - ma anche per praticare la boxe vincendo il titolo di campione dei pesi massimi dell'Uganda.

Nel 1962 l'Uganda ottiene l'indipendenza e proclama la Repubblica retta però da una fragile democrazia che è divisa tra il vecchio re del Buganda, nominato presidente, ed il primo ministro Milton Obote, un brillante notabile minato da forti sentimenti anticolonialisti. Due anni più tardi Obote deve fronteggiare un ammutinamento della guarnigione di Jinja, importante città che conserva l'unico ponte sul Nilo di tutto il Paese; tra i militari in rivolta che chiedono promozioni e paghe più alte c'è anche Idi Amin Dada. Per risolvere la crisi Obote chiama in soccorso gli inglesi, ingoiando un boccone amarissimo, e la soluzione si trova pacificamente con ampie concessioni ai rivoltosi. La carriera di Idi Amin è in rampa di lancio, poco tempo dopo i fatti di Jinja è lo stesso Obote a coinvolgerlo in un contrabbando di armi, avorio ed oro verso il vicino Congo dove la rivolta dei Simba ha incendiato parte del Paese. Mentre l'Uganda scivola sempre più rapidamente verso un regime autoritario di stampo socialista, con Obote che esautora il presidente ed assume pieni poteri, tra i due complici iniziano a sorgere le prime divergenze. Il 16 dicembre 1969 Obote è ferito in un attentato che si dice fomentato dallo stesso Amin il quale lascia temporaneamente Kampala assicurandosi però la piena fedeltà degli alti gradi dell'esercito. Per l'uomo forte dell'Uganda quel corpulento ufficiale non è più un amico ed un socio in affari ma un pericolo da eliminare ed inizia a pensare come risolvere il problema. A prevenirne le mosse però è lo stesso Amin che il 25 gennaio 1971 passa all'azione: approfittando di una partenza di Obote per un summit in seno al Commonwealth a Singapore, gli ufficiali fedeli ad Amin si sollevano e occupano in maniera quasi incruenta i luoghi del potere a Kampala proclamando il loro capo come nuovo presidente dell'Uganda.

I primi passi di Idi Amin Dada come capo di Stato sono incoraggianti. Sostenuto dalla Gran Bretagna e da Israele, il nuovo governo abolisce la polizia segreta, fa uscire di galera gli oppositori di Obote e promette libere elezioni nel giro di un anno. Ma bastano pochi mesi per accorgersi che l'Uganda è passata dalle mani di un freddo tattico a quelle di uno spietato tiranno: al posto della polizia cominciano ad aggirarsi dei veri e propri squadroni della morte che prelevano e torturano comuni cittadini (soprattutto di etnia Acholi e Lango) sospettati di simpatizzare per il defenestrato Obote che nel frattempo ha ottenuto asilo in Tanzania. In ambito internazionale Idi Amin compie una poderosa giravolta espellendo gli israeliani e gli ultimi inglesi per legarsi invece a livello diplomatico alla Libia di Gheddafi sposandone le politiche più oltranziste e supportando il terrorismo palestinese. Impegnato a cercare consenso nel Blocco Orientale ripudiando ogni rapporto con gli USA e gli europei, Idi Amin Dada non dimentica i suoi vecchi amici militari cui elargisce ampi stipendi aumentando a dismisura le spese militari. Non mancano attriti con i vicini di Kenya e Tanzania, specie a causa di rivendicazioni riguardanti presunte rettifiche di confine, mentre sul fronte interno dopo fantasiose visioni notturne di Allah (i medici le attribuiscono a conseguenze di una sifilide mai curata) il dittatore dispone l'espulsione di cinesi ed indiani facendo collassare la classe borghese faticosamente costruita negli anni post indipendenza.

Il crollo del sanguinoso regime di Idi Amin Dada, di cui si vocifera non solo del poderoso harem di concubine ma anche di truculente abitudini cannibali, inizia nell'estate del 1976 quando all'aeroporto di Entebbe arriva un volo dell'Air France dirottato da Atene da alcuni terroristi dell'OLP. Idi Amin coglie l'occasione per dichiararsi favorevole all'azione dei palestinesi cui offre ampio sostegno ma la reazione di Israele è netta: con un colpo di mano notturno le forze speciali dell'IDF salvano quasi tutti gli ostaggi ed i membri dell'equipaggio (le perdite umane saranno di quattro prigionieri e di un ufficiale, Yonni Netanyahu) e distruggono a terra l'aviazione ugandese.

Lo smacco subito ad Entebbe aumenta le critiche al regime che reagisce in maniera brutale intensificando la repressione delle opposizioni. Il dittatore, sempre più paranoico e logorroico, sfoggia in continuazione coloratissime uniformi stracariche di decorazioni che lui stesso si appunta mentre la sua gente muore di fame o nei raid dei suoi squadroni della morte. Nell'ottobre 1978 in preda ad uno dei suoi abituali eccessi Amin ordina l'invasione della Tanzania sperando così di sedare le voci di dissenso che cominciano a manifestarsi anche all'interno della cerchia dei suoi fedelissimi. L'avventura militare è un disastro, la Tanzania reagisce duramente ed il suo esercito, supportato da volontari ugandesi fedeli ad Obote e con perdite irrisorie, in appena sei mesi giunge a Kampala obbligando il dittatore alla fuga. Mentre il mondo scopre le prove dell'orrore di Amin, le prigioni segrete, le celle della tortura, le fosse comuni, l'ex tiranno si sposta prima in Iraq e poi in Arabia Saudita dove trova rifugio anche grazie al deposito in una banca locale delle ricchezze sottratte al proprio Paese in sette anni di dominio. Idi Amin Dada non vedrà mai più gli infuocati tramonti dell'Uganda: convinto a forza da Mobutu a rinunciare a picareschi ritorni, il corpulento e sanguinario dittatore che ama parlare per ore e guardare i cartoni animati della Disney si stabilisce definitivamente a Jeddah dove la sua salute si aggrava. Alla neurosifilide si aggiungono il diabete ed una forma di insufficienza renale che lo obbliga alla dialisi mentre il peso corporeo cresce a dismisura sino a 170 chili. Il 20 luglio 2003 Amin entra in coma e viene ricoverato in ospedale mentre una delle sue mogli chiede al presidente ugandese Yoseweri Museveni di consentire al suo moribondo marito di morire ed essere sepolto nella terra natale. La risposta è secca: qualunque siano le condizioni di Amin, quando se e quando varcherà la frontiera sarà chiamato a rispondere dei suoi crimini. L'agonia del gigante d'ebano si protrarrà per alcune settimane fino alla morte che sopraggiungerà in un nosocomio saudita il 16 agosto 2003.

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