Ricchezza e fuga, la parabola di Baby

Le dinastie riguardano tradizionalmente le casate nobiliari con il passaggio di titoli, proprietà e responsabilità di generazione in generazione, da padre in figlio. A volte però anche nei regimi dittatoriali si assiste a questo fenomeno, con la progenie che succede in maniera appunto dinastica al genitore perpetuandone il potere assoluto. Almeno, finché un evento improvviso non ne determina la caduta e l'abbandono tanto della carica quanto del Paese fino a quel momento dominato con pugno di ferro. A sconvolgere la sonnacchiosa quotidianità di Port-au-Prince il 7 febbraio 1986 è una notizia attesa da lungo tempo dagli abitanti: "Baby Doc est parti!" è il mormorio insistente che si diffonde dal porto sino alle viuzze colorate della capitale haitiana. La gioia e la festa esplodono non appena arriva la conferma che Jean-Claude Duvalier ha effettivamente abbandonato l'isola in seguito ad alcuni giorni di rivolte della popolazione, prostrata dalla crisi economica ed insofferente ai metodi brutali che da decenni accompagnano il governo dittatoriale della sua famiglia.

A vederlo fasciato in smoking potrebbe scappare un sorriso perché Jean-Claude Duvalier non ha certo le physique du rôle del capo di Stato. Cicciottello, i capelli stirati ed impomatati, un paio di baffetti sopra il labbro, sembrerebbe il personaggio di contorno di qualche commedia americana, il classico bonaccione vittima degli scherzi dei compagni di liceo o di college. Nulla di più falso: dietro la maschera del pacioccone si cela un tiranno spietato che ha ereditato la terrorizzante nomea di suo padre per reggere con assoluta fermezza il governo della nazione caraibica accumulando al contempo una favolosa ricchezza personale.

Jean-Claude è il figlio di François Duvalier, un medico originario della Martinica che durante l'occupazione statunitense di Haiti aveva studiato medicina diventando uno stimato dottore. Ma François non era solo un medico: appassionato di tradizione creola, aveva approfondito la conoscenza del culto animistico del Vudù divenendone una vera autorità tanto da ottenere un'influenza spirituale sulla popolazione che aveva curato da una malattia della pelle introducendo la penicillina. Divenuto popolarissimo e visto come uno spirito benevolo, era stato soprannominato dai popolani Papa Doc con attribuzioni di miracoli. Entrato in politica, era stato costretto ad una breve clandestinità in seguito ad un golpe ed in quel periodo aveva iniziato a studiare Marx e Machiavelli affinando le proprie conoscenze teoretiche. Quando nel 1957 si era presentato come candidato alle elezioni presidenziali la sua vittoria era stata fragorosa.

Memore dei troppi colpi di Stato cui la giovane nazione aveva assistito, Papa Doc aveva improntato il suo governo in senso assolutistico. Aiutato dagli USA in funzione anti-castrista, Duvalier aveva costituito un corpo paramilitare noto tra i popolani come "Tonton Macoute", degli squadroni della morte che terrorizzavano di notte città e villaggi facendo sparire gli oppositori. Dopo un coma diabetico, Papa Doc aveva iniziato a mostrarsi in pubblico con gli abiti del Baron Samedi, il Caronte della religione Vudù, influenzando ulteriormente la superstiziosa popolazione locale che ormai non osava opporsi a lui temendo conseguenze addirittura demoniache. In seguito all'assassino a Dallas di John Fitzgerald Kennedy, Duvalier aveva fatto spargere la voce che fosse stata opera sua poiché aveva maledetto il presidente statunitense che aveva interrotto temporaneamente i rifornimenti ad Haiti. La sua presa sulla gente haitiana era ormai divenuta totale e i pochi ribelli venivano rintracciati nella boscaglia e fucilati in pubblica piazza; ad aumentare il terrore diffuso erano le storie appositamente messe in circolazione secondo cui le vittime di Papa Doc si tramutavano in zombies vestendo la saia azzurra dei Tonton Macoute.

Alla morte di Papa Doc nell'aprile del 1971 era stato quasi naturale il passaggio di consegne dal padre al figlio. Jean-Claude però non aveva la stessa aura di terrore del genitore, non conosceva il Vudù e non aveva davvero voglia di assumere la presidenza: all'epoca non aveva ancora compiuto vent'anni e preferiva dedicarsi agli affari ed ai suoi vari passatempi. Una scaltra gestione del potere, dividendo tra pochi fedelissimi il controllo tanto dello Stato quanto della gestione economica, gli aveva però spianato la strada aumentando all'inizio la sua popolarità rispetto al terribile padre. Soprannominato da tutti Baby Doc sia per gli antefatti paterni che per il suo aspetto fisico inoffensivo, era riuscito ad ottenere una ripresa degli aiuti internazionali ed aveva ristabilito diverse relazioni diplomatiche. Tutto insomma pareva presagire un futuro meno cupo per Haiti.

Era un'illusione, purtroppo. Nel giro di poco tempo la dittatura Duvalier riprese in maniera differente, meno basata sulla superstizione e più su metodi brutali di repressione mentre la popolazione veniva affamata. Gli aiuti internazionali finivano quasi sempre nelle tasche di Baby Doc, dei suoi famigliari e dei membri della sua cerchia ristretta di collaboratori arricchendoli enormemente: il commercio del tabacco, monopolio gestito dai Duvalier, portava lauti guadagni che però non venivano redistribuiti sul territorio. La gente tuttavia aveva ancora tanta, troppa paura di Papa Doc per pensare di ribellarsi mentre Jean-Claude si limitava a presenziare a qualche evento pubblico per dedicare il resto del tempo ad accumulare ricchezze ed a corteggiare reginette di bellezza.

Ed è proprio una donna a decretare il rapido declino di Baby Doc. Il 27 maggio 1980 il dittatore sposa la mulatta Michèle Bennet Pasquet, una bellissima ragazza dal sorriso smagliante. Il matrimonio sfarzoso con un ricevimento dal costo astronomico è solo uno dei motivi che provocano un crollo di popolarità del presidente: Michèle è figlia di un ufficiale che aveva cercato di rovesciare Papa Doc e proviene da una famiglia accusata di trafficare in droga ed in cadaveri. Come se non bastasse, la stessa first lady poco dopo il matrimonio suggerisce al marito di disfarsi della vecchia guardia, delle persone che avevano servito suo padre François, e di rimpiazzarle con una nuova generazione di collaboratori. Persino la madre di Duvalier, Simone Ovide, viene espulsa da Haiti: la leggenda vuole che la donna abbia maledetto il figlio nella più pura tradizione del Vudù.

Sempre più paranoico, Baby Doc si dimostra a lungo sordo rispetto ai segnali di allarme che suonano attorno a lui. La popolazione di Haiti non ha più paura, non è suggestionata come sotto suo padre e Jean-Claude preferisce i metodi brutali della repressione e della censura piuttosto che persuadere i cittadini. Nel 1985 la crisi interna si aggrava tanto che la comunità internazionale interviene convincendo il dittatore ad ammorbidire le sue posizioni, concedendo una costituzione e la nascita di un gabinetto di governo con un primo ministro. Non è abbastanza: le ruberie di Duvalier continuano e la gente, esasperata, comincia a rivoltarsi. A fine gennaio 1986 le sommosse diventano quotidiane tanto che l'amministrazione Reagan preme perché il presidente abbandoni il Paese. Dopo un primo ripensamento dovuto forse ad una sparatoria nei pressi dell'aeroporto di Port-au-Prince, il 7 febbraio Jean-Claude Duvalier si imbarca su un aereo militare e pone fine alla lunga dittatura della sua famiglia.

La vita di Jean-Claude Duvalier proseguirà in Francia, senza asilo politico ufficiale ma all'interno di una lussuosa villa acquistata anni prima in Costa Azzurra. Nel 1990 Michèle chiederà il divorzio che le verrà concesso tre anni dopo con il riconoscimento di buona parte delle ricchezze accumulate dall'ex coniuge. Il nome di Duvalier tornerà in auge nel 2004 allorquando, in seguito alla cacciata dall'isola di Bertrand Aristide, Baby Doc annuncerà di volersi candidare alle elezioni presidenziali senza dar seguito al suo intendimento. Un suo ritorno tuttavia sarà possibile solo nel 2011 quando sbarcherà a Port-au-Prince dopo il terremoto che ha devastato l'isola: "Sono qui per aiutare", saranno le sue parole che spaccheranno l'opinione pubblica tra vecchi sostenitori e nemici storici. Negli anni successivi l'ex dittatore sarà posto agli arresti domiciliari e sottoposto a vari processi in relazione alle ruberie avvenute nei suoi quindici anni di presidenza. Ma Baby Doc non pagherà mai il conto ai suoi connazionali: un infarto lo coglierà il 4 ottobre 2014 chiudendo per sempre il capitolo oscuro della famiglia Duvalier.

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