"Paragrafo 11, confermare"

Nel linguaggio nautico le bandiere sono ancora oggi segnali preziosi, indicando situazioni di pericolo, richieste di intervento, incidenti e molto altro ancora. Ed in un'epoca in cui non esistevano telefoni satellitari o radio di bordo, sempre i segnali a bandiera assieme a quelli luminosi rappresentavano l'unico modo per comunicare con le altre imbarcazioni, sia in mare aperto che in ampie insenature portuali. Ma nessuno fino alla mattina del 21 giugno 1919 avrebbe pensato che le bandiere nautiche sarebbero state utilizzate per impartire un ordine segreto tale da condizionare lo svolgimento di una conferenza di pace.

Scapa Flow è una baia ampia e contornata da lembi di terra frastagliati, anche rocciosi, che precipitano nel mare. E' qui che la Royal Navy ha stabilito la base per la Home Fleet, sfruttando la grande disponibilità di approdi con bricole capaci di ospitare un centinaio abbondante di navi di ogni genere e dimensione. Ma a partire dal novembre 1918 Scapa Flow è divenuta un campo acquatico di internamento per il nerbo della possente Hochseeflotte, la ex flotta d'alto mare del Kaiser che aveva osato sfidare durante la Grande Guerra la supremazia inglese sui mari. In esecuzione alle clausole armistiziali i vascelli di superficie più moderni - i sommergibili vengono consegnati altrove mentre in Germania restano ancorate le navi più antiquate - devono essere posti in parziale disarmo ed internati fino a quando la conferenza di Versailles non sarà conclusa e non si conosceranno le decisioni dei delegati in merito al futuro degli sconfitti.

Se è vero che proprio dal personale della Kaiserliche Kriegsmarine sono partiti i moti di rivolta contro la politica imperiale a fine ottobre 1918, inducendo Wilhelm II ad abdicare ed a recarsi in esilio in Olanda, è altrettanto vero che a conflitto concluso l'orgoglio dei marinai germanici è intatto e che la prospettiva di consegnare le navi all'Intesa genera più di un malumore. Il Grandammiraglio von Hipper rifiuta di farsi carico del compito di guidare la flotta verso l'internamento, così il compito ricade sulle spalle di Ludwig von Reuter, 50 anni, eroe di guerra. E' lui che guida la squadra d'alto mare all'appuntamento con la Royal Navy, è sempre lui a farsi garante delle condizioni di internamento per navi ed equipaggi. Non è un incarico semplice e von Reuter, la cui salute è minata da una vecchia ferita e da cronici problemi di cefalea, gestisce la situazione al meglio delle proprie forze.

A Scapa Flow settimana dopo settimana la situazione diviene sempre più pesante. Il cibo è scarso, tanto che i marinai tedeschi devono integrare la scarsa dieta con i pesci presi all'amo o con i gabbiani catturati. Il divieto di scendere dalle navi rende l'atmosfera sempre più cupa - solo von Reuter ed il suo staff possono muoversi a bordo di una lancia a motore per compiere ispezioni. L'umiliazione di non poter issare la bandiera nazionale inasprisce gli animi mentre a bordo delle navi alcuni agitatori cominciano a spargere i germi della ribellione, dell'ammutinamento, arrivando a turbare il sonno di von Reuter i cui nervi sono sempre più tesi. Nel mentre a Versailles si discute sul destino delle navi internate: Francia ed Italia chiedono aliquote di naviglio come riparazioni di guerra, l'Inghilterra si oppone per non irrobustire le flotte di due potenze con cui un giorno potrebbe rivaleggiare. La proposta di smantellamento ad opera degli stessi tedeschi, pur vagliata dai delegati, è respinta a causa delle clausole armistiziali che vietano espressamente la demolizione diretta da parte della nazione sconfitta.

Intanto a Scapa Flow il tempo passa inesorabile e von Reuter assiste da un lato al rimpatrio costante degli uomini al suo comando e dall'altro all'assottigliarsi delle forze britanniche che dovrebbero controllare le navi internate. A fine maggio del 1919 sui vascelli tedeschi sono rimasti in totale poco meno di 2mila uomini, praticamente solo un ridotto corpo ufficiali oltre ai meccanici, ai tecnici, ai fuochisti ed ai timonieri. Ma le voci corrono ed anche all'estremità delle Orcadi arriva il sussurro di una possibile consegna dell'intera flotta ai vincitori, un'onta che nessun marinaio vorrebbe provare sulla propria pelle. In tre settimane von Reuter si confronta con gli ufficiali presenti ed elabora un piano articolato per evitare la spartizione tra le Potenze dell'Intesa.

La mattina del 21 giugno 1919 la situazione è propizia, la maggior parte delle navi inglesi hanno lasciato la rada per una esercitazione in mare ed a guardia dell'enorme flotta tedesca non restano che poche torpediniere e qualche peschereccio armato. Alle ore 10 von Reuter ordina ai segnalatori di issare le bandiere di comunicazione dirette a tutti i comandanti: "Paragraph Elf. Bestätigen", "Paragrafo 11. Confermare". Da quel momento in avanti a bordo di tutte le navi, dalle più grandi corazzate alle piccole torpediniere, si provvede: i meccanici rompono le tubazioni, allentano gli oblò, sabotano le porte stagne ed aprono le valvole. I pochi inglesi rimasti di guardia non si accorgono immediatamente di quanto sta avvenendo, nemmeno scorgono la bandiera da guerra della Kaiserliche Kriegsmarine che torna a garrire in segno di sfida sugli alberi delle principali unità alla fonda. Solo dopo due ore gli effetti diventano visibili: l'ammiraglia di von Reuter, la "Friedrich der Grosse", inizia a sbandare a dritta mentre la "Bayern" si apprua visibilmente imbarcando acqua. Presi dal panico i britannici richiamano in fretta la squadra dell'ammiraglio Fremantle che a tutta forza rientra per scongiurare il disastro. Ma alle 14:30 quando le prime navi inglesi ritornano a Scapa Flow già più di metà della flotta tedesca è finita a fondo, le corazzate e gli incrociatori stanno scivolando lentamente in acqua. Fremantle ordina l'uso della forza, occorre agganciare le navi con i rimorchiatori e portarle in secca; chi oppone resistenza va considerato ostile, tant'è vero che nove marinai tedeschi che cercano di sganciare le funi da traino restano uccisi da sventagliate di mitraglia sui ponti. Dell'imponente Hochseeflotte si salva poco o nulla: la "Baden" viene fatta incagliare, al pari di tre incrociatori e di un gruppo di caccia e torpediniere che non aveva visto il segnale di von Reuter. I marinai tratti in salvo e gli ufficiali, compreso lo stesso von Reuter, vengono trattati non più da cooperanti ma da prigionieri di guerra e trasferiti in un apposito campo a terra.

Il gesto di von Reuter genera grande ammirazione in patria ed irritazione a Versailles. I delegati decidono dunque di imporre durissime misure alla Germania in risposta ad un atteggiamento di aperta sfida: sarà l'anticamera della crisi degli anni '20 che porterà l'ex impero ad imboccare la strada del nazismo. Quel che rimane della flotta tedesca viene ugualmente ripartito tra le nazioni vincitrici, anche se la maggior parte del naviglio viene sfruttato come rottame da riciclare o come bersaglio per esercitazioni in mare. Le centinaia di migliaia di tonnellate d'acciaio delle navi principali resteranno invece sul fondale di Scapa Flow fino ai primi anni '30 quando verranno ripescate ed avviate a demolizione. Ludwig von Reuter tornerà a casa nel gennaio 1920 venendo posto a riposo dalla nuova Reichsmarine per sovrabbondanza nei ruoli. Divenuto un politico locale, morirà per infarto nel 1943.

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